L’Italia ha approvato la prima legge sull’intelligenza artificiale (IA), stabilendo un quadro normativo per un uso sicuro, trasparente e centrato sull’essere umano.
È il primo Paese dell’Unione Europea ad avere una legge nazionale in questo ambito, allineata all’AI Act approvato a Bruxelles.
La legge, approvata dal governo della premier Giorgia Meloni, definisce regole rigorose per settori strategici come salute, istruzione, giustizia e sport, e impone restrizioni all’uso dell’IA da parte di minori di 14 anni senza il consenso dei genitori. Prevede inoltre pene detentive da uno a cinque anni per pratiche illegali che coinvolgono l’IA, inclusi deepfake e frodi digitali.
Nel campo della proprietà intellettuale, la legge stabilisce che le opere create con l’assistenza dell’IA siano protette solo se riflettono uno sforzo intellettuale genuino. Inoltre, la raccolta di dati tramite IA sarà consentita solo su materiali non protetti da copyright o per scopi di ricerca autorizzata.
Il governo italiano ha annunciato anche la creazione di un fondo di 1 miliardo di euro per sostenere progetti di IA, cybersecurity e telecomunicazioni. L’implementazione e la supervisione della legge saranno affidate all’Agenzia per la Trasformazione Digitale e all’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity.
Gli esperti sottolineano che la legislazione rappresenta un precedente importante in Europa, bilanciando innovazione tecnologica e tutela dei cittadini. “L’Italia dimostra che è possibile avanzare nell’intelligenza artificiale senza rinunciare a sicurezza e trasparenza”, ha affermato un consulente europeo in tecnologia.
Con questa misura, il paese mira ad attrarre investimenti tecnologici, consolidare la propria posizione nella ricerca e nell’innovazione e preparare il mercato e la società a un uso etico e sicuro dell’intelligenza artificiale.